Che cosa si può fare per evitare una comicità involontaria o solo una cattiva impressione?
Scegliete sempre traduttori che traducono VERSO LA LORO LINGUA MADRE.
Io non tradurrei mai verso l’italiano. Ho sentito racconti su esperti di traduzione da e verso la propria lingua, ma devo ancora vedere prove concrete di queste mitiche creature (con qualche eccezione: l’impronta dello zoccolo di un unicorno qua e là). Gli interpreti possono tradurre da e verso la propria lingua, e di solito lo fanno. Ma non i traduttori. È già abbastanza difficile imparare a scrivere bene e in modo culturalmente appropriato nella propria lingua, dopo anni di studio nel periodo formativo. Imparare a farlo in una o più lingue straniere è assai improbabile.
Pretendete esperienza.
Tanti traduttori alle prime armi sono molto bravi, e si accostano all’impresa con uno sguardo fresco ed entusiasta. Tuttavia, anche i traduttori più collaudati sono bravi. Non solo hanno affinato gli strumenti e le tecniche del mestiere ma, essendo usciti indenni da tranelli e travagli della traduzione, tendono a essere dediti alla professione. Poiché è uno sbocco lavorativo quasi ovvio per emigrati e bilingue in generale, molti si tuffano nel mare della traduzione salvo poi ritirarsi in tutta fretta quando scoprono che tradurre è DIFFICILE.
Procuratevi degli esempi.
Chiedete a un potenziale traduttore qualche esempio del suo lavoro e fate controllare a un madrelingua lo stile e la scorrevolezza del testo. Questa piccola ricerca vi dirà molto delle doti di un traduttore. Una scrittura bella e gradevole è già in sé una sfida; scrivere bene e trasmettere significato in un’altra lingua conferisce alla sfida ben altre dimensioni. Gli esempi possono inoltre farvi capire se lo stile del traduttore è adatto alle vostre esigenze.
Affidate il testo giusto al traduttore giusto.
Non tutti i testi sono uguali e nessun traduttore è in grado di tradurre bene tutti i testi. Verificate i settori di specializzazione e l’esperienza del traduttore. Se non ha esperienza in campo giuridico, non affidategli il vostro spinoso documento legale. Se vi serve uno sciccoso testo di marketing, un esperto di legalese potrebbe non rivelarsi la scelta migliore. Se per esempio avete testi italiani che vogliono diventare inglesi nei campi del turismo, dell’architettura, del design, dell’arte, delle scienze sociali o del marketing, io sono quella che fa per voi. Parliamone. Mandatemi una mail. Contattatemi tramite Skype. Se avete un testo astruso o legale, medico, tecnico o finanziario, allora state alla larga (anche se forse posso aiutarvi a trovare il vostro traduttore).
Riflettete su quanto ci tenete.
Nel caso in cui non v’importi più di tanto che la traduzione sia scadente, forse ignorerete tutti i miei precedenti consigli. Con questo non intendo mancarvi di rispetto. Molti documenti devono essere tradotti per soddisfare specifici requisiti, ma in realtà nessuno li legge e nessuno ha mai detto che dovevano essere tradotti in modo decoroso. Altre volte si chiede solo la sommaria interpretazione di un testo. O forse, come accade nei ristoranti cinesi di tutto il mondo, cercate un effetto comico per rallegrare i clienti durante una cena. In questi casi fareste meglio a scegliere un traduttore non madrelingua, un novizio, un computer o l’idraulico Giuseppe.
Nel caso opposto, se avete appena speso milioni per una campagna pubblicitaria, per dei manifesti con cui tappezzare le principali città, per uno spot da rivista a tutta pagina, scegliete il meglio. Seguite i miei consigli e non solo (ecco la guida più completa dell’American Translator Association su come scegliere un traduttore). Molte aziende italiane grandi e lustre, per cui l’immagine dovrebbe essere tutto, sono solite curare ogni minimo dettaglio del loro aspetto servendosi dei migliori grafici in circolazione, della qualità di carta più raffinata, di ottimi web designer, ma per le traduzioni ingaggiano il primo idiota che capita, addirittura sprovvisto di correttore ortografico. Risparmiano lo 0,0001% del budget e fanno la figura dei cialtroni.
Gran parte della traduzione dev’essere una via di mezzo tra i manifesti pubblicitari e i ristoranti cinesi. La stessa azienda può avere diverse esigenze di qualità e negoziare con i traduttori il compenso adeguato alle necessità (per esempio: “Fammela come viene viene/alla bell’e meglio” oppure “Più che perfetta, per favore!”).
Ricordatevi che l’informatica è vostra amica.
Internet rende irrilevante l’ubicazione. Questa realtà rivoluzionaria è un’ottima notizia per i clienti, poiché la vostra squadra di potenziali traduttori si espande all’infinito. I traduttori non sono come i prodotti alimentari: quelli nostrani e locali non sono i migliori. Non sfornano traduzioni migliori se gli si ronza attorno e li si riempie di consigli. Un’amica che aveva bisogno di far tradurre i sottotitoli del suo documentario dal catalano all’inglese, invece di attingere dal mercato globale di sottotitolatori esperti voleva qualcuno che si trovasse sul posto e ha dovuto scegliere tra due non traduttori che per puro caso vivevano nella sua città e sapevano il catalano.
Ho avuto clienti ansiosi che vivono qui vicino e volevano venire a trovarmi per vedermi in faccia. Posso capire la paura, ma il mio consiglio è: risparmiate la benzina e provate la videochat.
L’errore più comune riguardo alla traduzione è che si tratti di un’operazione meccanica, di un semplice scambio tra le parole di una lingua e quelle di un’altra. Questo errore produce le tecniche scadenti della caccia al traduttore. Se comprendete la complessità delle differenze tra le lingue e le culture, e le sfide insite nello scrivere, sarete in grado di scegliere un traduttore senza incorrere nella temutissima brutta figura.